venerdì 27 aprile 2018

Cosa ci fa scegliere un profumo…1° parte


Ciao lettrici, tempo fa vi avevo voluto raccontare la mia storia attraverso il mondo dei profumi; come vi avevo detto e come molte di voi oramai sanno, posso uscire di casa senza trucco (o quasi !) ma mai senza due gocce di profumo.
Per me il profumo è come un capo di abbigliamento, qualcosa da indossare che racconta molto di te e della tua storia.
Data appunto la mia passione, oggi vorrei condividere il mio sapere, raccontarvi un po’ di storia, darvi un po’ di nozioni, insomma cercare di  spiegarvi cosa si nasconde dietro ad un profumo ed alla sua scelta (appare inconsapevole, in realtà vi accorgerete che a tutto c’è un motivo).
L’olfatto è il primo dei sensi umani che si sviluppa dopo la nascita ed è il modo con cui i neonati si orientano e iniziano a riconoscere il mondo che li circonda (l’odore della mamma e del papà, il profumo del latte, etc.).

Una ricerca ha evidenziato che gli uomini eleggono come odore preferito in assoluto quello della “colazione appena fatta” e le donne quello della pelle dei bambini; i profumi hanno un’incredibile connessione con le nostre esperienze e che spesso anche inconsciamente, ci piacciono le fragranze connesse in profondità.
Il naso di un adulto contiene 10 milioni di recettori olfattivi che permettono al cervello di riconoscere fino a 10 trilioni di odori; le cellule olfattive si rigenerano ogni 28 giorni circa; in pratica, ogni 4 settimane abbiamo…un nuovo naso.
Il nostro cervello è in grado di registrare per molto tempo un profumo nella memoria; quante volte capita infatti, di avvertire con l’olfatto un odore che apre subito i nostri ricordi.
L’olfatto tra tutti i sistemi sensoriali è quello che ha più connessioni a livello neurologico con le emozioni, per questo alcuni profumi sono anche capaci di cambiare il nostro umore.

Si è scoperto che molti profumieri sono portatori di una condizione neurologica piuttosto rara (ma più frequente in ambito artistico) che crea una connessione tra alcuni sensi; le persone affette da sinestesia possono, ad esempio, visualizzare gli odori come colori e viceversa (molto recentemente ho letto un  articolo in cui si parlava di un medico che riusciva a “sentire” il dolore dei propri pazienti).
Avvertire e decodificare gli odori è davvero un gran lavoro per il nostro cervello che, per evitare sovraccarichi, attiva alcuni meccanismi di protezione; questo è il motivo per cui dopo un po’ smettiamo di percepire il profumo che usiamo abitualmente o l’odore dell’ambiente in cui ci troviamo.
Per la stessa ragione quando testiamo molti profumi in rapida successione dopo poco ci sembrano tutti uguali.
Come fare quindi a “risvegliare” il nostro naso? Alcuni dicono di respirare l’odore neutro della nostra pelle, altri di odorare del caffè perché sembra che entrambi questi “profumi di base” aiutino a resettare la nostra percezione.
Ma qual’é la storia del profumo?
Usato sin dall’antichità, gli Egiziani, in onore del dio Sole, bruciavano essenze profumate, adoravano Bes che proteggeva la cosmesi e Toth i profumi.

Per questo popolo i profumi avevano un valore religioso, tanto da poter essere preparati solo dai sacerdoti e in luoghi sacri; i Babilonesi, intorno al 2000 a.C. facevano grande uso di sostanze odorose, bruciavano mirra e altre resine profumate.
Per assistere alla nascita della profumeria moderna bisogna però attendere fino al 1500 ed il Rinascimento, un momento di particolare fioritura delle arti e della letteratura e dell’estetica.

Artefice della nascita della profumeria moderna fu Caterina de’ Medici, nata a Firenze, città dove i profumi venivano indossati abitualmente dalle dame di nobile casato; quando, dopo il matrimonio si trasferì a Parigi, portò con sé, Renato Fiorentino, il suo profumiere e guantaio che vi aprì il primo negozio di profumeria.

I primi centri di produzione e di estrazione delle materie prime per preparare le essenze, nacquero nel Sud della Francia, a Grasse e Montpellier.



Alla fine del 1600, l’italiano Gian Paolo Feminis (e che non si dica che nacque tutto in Francia!), un venditore ambulante, mise a punto “Acqua Mirabilis”, una sorta di panacea per tutti i mali.
Gli altri paesi però non rimasero a guardare, in Inghilterra, nel 1730 Juan Famenians Floris e nel 1760 James Henry Creed, diedero vita ai “profumi su misura”, come se fossero abiti tagliati sul cliente; durante l’epoca napoleonica, si verifica un’altra rivoluzione nel mondo del profumo, Grasse, a venti chilometri da Cannes, diventa uno dei principali centri francesi per la produzione dei profumi.

Qui i maestri profumieri, soprannominati “nasi” esercitano la loro bravura, grazie alla loro incredibile memoria olfattiva; fanno la loro comparsa i flaconi in vetro, creati da maestri cristallieri come Lalique e Baccarat.
All’inizio del XX secolo nasce poi una nuova scuola di pensiero: i profumi del lusso; bisogna però attendere alcuni decenni affinché  il profumo venga considerato un vero e proprio ornamento di bellezza.

Questo per raccontarvi tutta la storia di come siamo arrivati ai tempi nostri.
Nel prossimo post, vi parlerò nello specifico di cosa compone un profumo e del perché quindi si tende a seguire sempre una stessa strada.
Ciaooooooooooooooooooooooo

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